La Direttiva Europea 2001/18/CE definisce OGM : “tutti quegli organismi, ad esclusione dell’uomo, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quella naturale cioè a seguito dell’accoppiamento o ricombinazione genetica naturale”.
> all. Direttiva 2001/18 /CE
Un organismo geneticamente modificato (OGM) è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica che consentono l'aggiunta, l'eliminazione o la modifica di elementi genici.
Sebbene le modificazioni ed il trasferimento di materiale genetico avvengano in natura mediante incrocio o con la ricombinazione genetica naturale, con il termine Organismo Geneticamente Modificato si intende solamente un individuo le cui modificazioni genetiche siano state operate dall'uomo attraverso moderne tecniche di ingegneria genetica.
Gli OGM vengono spesso indicati come organismi transgenici : l'associazione tra i due termini è sostanzialmente corretta ma imprecisa: infatti si parla di transgenesi esclusivamente nel caso di inserimento di geni esogeni all'interno di un dato organismo, mentre risultano essere OGM anche quegli organismi la cui modifica non prevede l'inserimento di materiale genetico esterno. Ad esempio inserendo un gene di banano in un banano con le tecniche del DNA ricombinante si genera un OGM cisgenico; viceversa inserendo ad esempio il gene di un animale in un vegetale si ha un OGM transgenico. Stesso discorso per l'eliminazione, tramite tecniche di biologia molecolare, di un frammento di DNA dal genoma di un organismo.
Applicazioni
Gli OGM sono oggi utilizzati nell'ambito di :
- batteri che introdotti nel suolo ne migliorano le caratteristiche (es. batteri azoto-fissatori) o proteggono le piante dal gelo (batteri ice-minus)
- miglioramento delle pratiche agronomiche: es. piante tolleranti allo stress idrico o salino, colture tolleranti a specifici erbicidi
- introduzione di caratteri di resistenza specifica: es. piante resistenti agli insetti o ai virus
- produzione di energia: varietà con più elevato potere calorico e minori richieste di input chimici utilizzabili anche su aree marginali
- produzione di enzimi usati nell'industria alimentare, miglioramento dei processi di fermentazione (es. produzione della birra)
- miglioramenti nelle qualità nutrizionali e organolettiche: es. riso ad elevato contenuto in beta-carotene, pomodoro a maturazione rallentata
- produzioni animali con migliori caratteristiche nutrizionali o organolettiche: es. latte con più alto contenuto in caseina>, latte senza lattosio
- produzione di sostanze medicinali come l'insulina
- produzione di biomedicine
- produzione di farmaci/composti in pianta (molecular farming): produzione a basso costo di sostanze farmaceutiche e chimiche, riduzione degli scarti chimici industriali (es. vaccino contro l'epatite, produzione di amilasi).
- produzione di biomedicine
- modelli per la ricerca su malattie umane (es. l'oncotopo)
- animali donatori di organi per xenotrapianti
- biorimedi (es. batteri che degradano idrocarburi)
- miglioramento delle caratteristiche richieste a livello industriale delle materie prime (es. pioppo con un tasso di lignite inferiore per facilitare il processo di fabbricazione della pasta da carta)
- fitodepurazione (es. piante capaci di estrarre metalli quali oro, rame e uranio, piante in grado di degradare il tritolo o di segnalare la presenza di radiazioni)
Normativa sugli OGM
In molti Paesi del mondo esiste un quadro di riferimento normativo che regola il settore OGM, per garantire la biosicurezza, ossia un utilizzo in rispetto dei necessari livelli di sicurezza ambientale, della salute umana e di quella animale. I principi legislativi di riferimento a livello internazionale in tema di biosicurezza sono contenuti all'interno del Protocollo di Cartagena.
In Europa il contesto normativo sugli OGM, basato sul principio di precauzione, è oggi costituito dai seguenti testi:
- Direttiva 2001/18/CE, che, sostituendo la 90/220/CEE, riscrive le regole base per l'autorizzazione al rilascio nell'ambiente di un nuovo OGM;
- Regolamenti 1829 e 1830/2003/CE, che regolano l'autorizzazione e l'etichettatura/tracciabilità degli alimenti e dei mangimi (food & feed) costituiti o derivati da OGM;
- Raccomandazione 556/2003, che indica le linee guida sulla coesistenza tra colture OGM e convenzionali, cui le norme nazionali e regionali dovrebbero allinearsi.
L'Italia ha recepito la direttiva 2001/18/CE attraverso il decreto legislativo 224/2003.